Questa statua rappresentante una donna che allatta il proprio figlio, simboleggia con tutta probabilità la divinità femminile Kãtiéléo, quale fonte ispiratrice della creatività degli scultori.
In particolare questa maternità, abbellita da un’elaborata acconciatura e marcate scarificazioni corporali e facciali, presenta il viso con il piattino labiale utilizzato nel tempo dalle donne Senufo.
Sulla sommità della testa è scolpito un contenitore di noci di cola utilizzati appunto nei rituali religiosi; all’esterno sono presenti in rilievo dei buceri, simbolo di continuità etnica per i Senufo.
Interessante è il coperchio del contenitore di provenienza Baulé che rappresenta un uomo scimmia (Gbekre) che tiene nelle mani un frutto, probabilmente una papaia.
In generale questa figura scimmiesca con le gambe leggermente piegate rappresenta lo spirito intermediario tra l’uomo e la divinità suprema ed è rappresentato dai Baulé con un contenitore tra le mani per le offerte.
IL POPOLO SENUFO
ARTE
Tutti i prodotti dell’arte Senufo sono realizzati da artigiani specializzati che mostrano minime differenze stilistiche regionali.
Un po’ ovunque nel loro territorio essi rappresentano antenati, figure in miniatura in ottone e piccole statue utilizzate nella divinazione. Vi sono inoltre diversi tipi di maschere utilizzate dalla società Poro.
STORIA
I Senufo sono costituiti da diversi sottogruppi che emigrarono nei territori attuali provenendo da nord nel corso del XV e XVI secolo.
A differenza dei loro vicini Songhai e Hausa, la loro cultura è rimasta relativamente al riparo da influenze esterne e anche se si sono serviti delle conoscenze altrui, non hanno dovuto far fronte a continui attacchi nemici e sconvolgimenti sociali.
ECONOMIA
Nella regione Senufo l’agricoltura è diffusa, in particolare si coltivano miglio, sorgo, mais, riso e patate, oltre a banane, manioca ed una serie di altri prodotti agricoli introdotti da altre zone del mondo.
Sono allevati piccoli animali di fattoria come pecore, capre, galline, faraone. La caccia e la pesca contribuiscono all’economia locale in modo limitato. Il lavoro è diviso tra agricoltori e artigiani e, mentre un tempo si pensava che non vi fossero matrimoni misti tra queste due categorie, alcuni studi hanno dimostrato che vi era un certo grado di flessibilità a questa regola.
POLITICA
I villaggi Senufo sono compresi tra 50 e 2.000 abitanti. Sono divisi lungo linee etniche che fanno riferimento ad un particolare clan matrilineare. Queste divisioni riflettono la condizione economica e sociale di ogni clan all’interno della comunità e comprendono agricoltori, fabbri, scultori, indovini e artigiani del cuoio.
Ci sono quattro società che educano e governano le azioni degli individui, Poro, Sandogo, Wambele (“società degli stregoni”) e Tyekpa, che si trova solo tra il sottogruppo Fodonon.
RELIGIONE
Tra i Senufo vi sono un numero imprecisato di antenati e di spiriti della natura. La divinità è rappresentata nella doppia forma di Maleeo, “Antica Madre” e di Kolotyolo, “Dio Creatore”.
Nella regione di Kufulo, Maleeo è rappresentata da tamburi sacri di fronte ai quali ladri e assassini sono portati in giudizio.
La società Poro è riservata soprattutto agli uomini, anche se possono entrare a farvi parte sia giovani ragazze che donne anziane.
La funzione principale del Poro è quello di garantire un buon rapporto tra il mondo dei vivi e quello degli antenati.
La divinazione, regolata dalla società Sandogo è una parte importante della religione Senufo. Anche se solitamente è considerata una società femminile, gli uomini destinati a diventare indovini per trasmissione ereditaria possono entrare a farne parte.
I Senufo
Parole Explora: bracciali, fertilità, maternità, papaya, saggezza, serenità
Altre informazioni:
Di che materiale sono state fatte queste opere?
Certamente di legno, stabilire il tipo di pianta risulta difficile perchè questa è una delle informazioni mantenute segrete dagli scultori. Occorre anche tenere presente che per creare queste sculture solitamente si usa prima una piccola ascia con la lama arcuata ed in seguito il coltello per definire i dettagli più fini. La superficie della scultura viene poi lisciata strofinandola con foglie ruvide, poi subisce diverse applicazioni di burro di karitè ed è affumicata per aggiungere una patina che oscura e conserva il legno.
Perché la scimmia ha in mano la papaia?
Perché in Costa d’Avorio è uno dei suoi frutti preferiti ed usa tutta la sua astuzia per rubarla agli uomini!