
Questo tipo di maschera, definito Kpelie ricorda un antenato fondatore femminile che viene richiamato in alcune circostanze dal popolo Senufo.
In effetti il termine è la trascrizione francese di kpeli-yëhë, uno dei dialetti Senufo, dove Yëhë significa viso, faccia.
Alcune vengono indossate nei riti funebri del gruppo dei fabbri;
altre durante cerimonie agresti per ringraziare gli spiriti, altre al termine dell’iniziazione dei giovani.
Pare che la maggior parte dei riti durante i quali viene indossata la maschera kpelie siano legati alla fecondità dell’uomo e della terra.
Queste maschere hanno in generale viso ovale allungato con forme concave. Il naso è piccolo con narici ad ali e la bocca mette quasi sempre in evidenza i denti. Spesso appare il piattino labiale e alla sommità della testa vengono scolpite figure umane, animali, figure geometriche.
Lateralmente e verso la parte inferiore della maschera sono scolpite due appendici (quattro se la maschera è doppia) a forma geometrica o a forma di zampe di animale.
Alcune maschere sono doppie e altre sono in bronzo, realizzate con la tecnica della fusione a cera persa.
IL POPOLO SENUFO
ARTE
Tutti i prodotti dell’arte Senufo sono realizzati da artigiani specializzati che mostrano minime differenze stilistiche regionali.
Un po’ ovunque nel loro territorio essi rappresentano antenati, figure in miniatura in ottone e piccole statue utilizzate nella divinazione. Vi sono inoltre diversi tipi di maschere utilizzate dalla società Poro.
STORIA
I Senufo sono costituiti da diversi sottogruppi che emigrarono nei territori attuali provenendo da nord nel corso del XV e XVI secolo.
A differenza dei loro vicini Songhai e Hausa, la loro cultura è rimasta relativamente al riparo da influenze esterne e anche se si sono serviti delle conoscenze altrui, non hanno dovuto far fronte a continui attacchi nemici e sconvolgimenti sociali.
ECONOMIA
Nella regione Senufo l’agricoltura è diffusa, in particolare si coltivano miglio, sorgo, mais, riso e patate, oltre a banane, manioca ed una serie di altri prodotti agricoli introdotti da altre zone del mondo.
Sono allevati piccoli animali di fattoria come pecore, capre, galline, faraone. La caccia e la pesca contribuiscono all’economia locale in modo limitato. Il lavoro è diviso tra agricoltori e artigiani e, mentre un tempo si pensava che non vi fossero matrimoni misti tra queste due categorie, alcuni studi hanno dimostrato che vi era un certo grado di flessibilità a questa regola.
POLITICA
I villaggi Senufo sono compresi tra 50 e 2.000 abitanti. Sono divisi lungo linee etniche che fanno riferimento ad un particolare clan matrilineare. Queste divisioni riflettono la condizione economica e sociale di ogni clan all’interno della comunità e comprendono agricoltori, fabbri, scultori, indovini e artigiani del cuoio.
Ci sono quattro società che educano e governano le azioni degli individui, Poro, Sandogo, Wambele (“società degli stregoni”) e Tyekpa, che si trova solo tra il sottogruppo Fodonon.
RELIGIONE
Tra i Senufo vi sono un numero imprecisato di antenati e di spiriti della natura. La divinità è rappresentata nella doppia forma di Maleeo, “Antica Madre” e di Kolotyolo, “Dio Creatore”.
Nella regione di Kufulo, Maleeo è rappresentata da tamburi sacri di fronte ai quali ladri e assassini sono portati in giudizio.
La società Poro è riservata soprattutto agli uomini, anche se possono entrare a farvi parte sia giovani ragazze che donne anziane.
La funzione principale del Poro è quello di garantire un buon rapporto tra il mondo dei vivi e quello degli antenati.
La divinazione, regolata dalla società Sandogo è una parte importante della religione Senufo. Anche se solitamente è considerata una società femminile, gli uomini destinati a diventare indovini per trasmissione ereditaria possono entrare a farne parte.
I Senufo
Parole Explora: bracciali, fertilità, maternità, papaya, saggezza, serenità
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