La statua in pietra “ntadi” è scolpita utilizzando una pietra tenera, facile da lavorare, che al contatto dell’aria e con il passare del tempo assume una patina grigia.
Molte sono state le interpretazioni sul significato di queste opere;
quella più accreditata sembra essere quella commemorativa:
il ritratto di un defunto, la rappresentazione del ruolo che aveva durante la vita o ancora l’espressione dei sentimenti dei vivi di fronte alla morte di un loro caro.
Alcuni ricercatori sostengono che molte di queste statue venissero conservati nelle abitazioni e considerati come figure di spirito.
Capi e notabili di villaggi facevano inoltre preparare dagli scultori un loro ritratto da collocare sulla tomba come ricordo per i componenti della famiglia e per gli abitanti del villaggio.
Altre info sull’opera:
IL POPOLO KONGO
ARTE
La forma d’arte più significativa di questo popolo sono le figure di spirito nkisi, oggetti fabbricati in tutte le forme, dimensioni e materiali. La stratificazione della società Kongo ha portato gran parte dell’arte a essere indirizzata verso le persone di status elevato; solo gli nkisi erano una delle poche forme a disposizione di tutti.
STORIA
I popoli Kongo raggiunsero i territori attuali sotto la guida di Wene nel corso del XIII secolo provenendo da nord-est.
Nel 1482 i portoghesi arrivarono sulla costa ed il regno Kongo avviò relazioni diplomatiche che comprendevano l’invio di nobili Kongo in Portogallo a visitare la corte reale, come avvenne per la prima volta nel 1485. In seguito diversi re del Kongo furono presi di mira per la loro conversione al cristianesimo; da lì si generarono profonde divisioni tra i seguaci del cristianesimo e quelli delle religioni tradizionali.
Nel 1526 i portoghesi furono espulsi, ma i popoli Kongo furono poi invasi da guerrieri Jagas nel 1568, così che i re furono costretti a chiedere aiuto ai portoghesi. Da allora il regno Kongo non riacquistò mai più il suo antico potere. Negli anni successivi il regno alternativamente combatté fianco a fianco e contro i portoghesi, fino ad essere colonizzato nel 1885.
ECONOMIA
I Kongo si affidano ad un’economia di sussistenza basata su produzione agricola, pesca e caccia.
Nel periodo di massimo splendore del Regno, durante il Cinquecento, venivano riscosse le tasse, raccolte le multe tra i cittadini ed imposto il lavoro forzato. Ogni tanto schiavi, avorio e rame furono scambiati con gli europei presenti sulla costa.
I porti più importanti furono Sonyo e Pinda.
POLITICA
All’apice del Regno, nel XV e XVI secolo, il re era eletto da un gruppo di governatori, di solito i capi delle famiglie più importanti e, occasionalmente, tra i funzionari portoghesi. Le attività del tribunale erano gestite da un vasto sistema di funzionari e la corte stessa di solito consisteva di numerosi parenti maschi del re.
I villaggi erano spesso governati da parenti minori del sovrano che rispondevano del loro operato direttamente a lui. Tutti i membri del governo erano investiti del loro potere attraverso un apposito rituale.
RELIGIONE
Nel regno Kongo Nzambi era il dio supremo. Le rappresentazioni di spiriti ed antenati costituivano i mediatori tra cielo e terra; anche gli nkisi ne facevano parte. Quando un individuo incontrava delle difficoltà e temeva che lo spirito fosse stato offeso, era necessario consultare un nganga (indovino), che consigliava quali farmaci utilizzare per curare le malattie.
Nonostante i portoghesi tentarono di cristianizzare i popoli Kongo già nel 1485, la maggior parte di essi oppose resistenza ed incorporò l’iconografia cristiana nella propria religione tradizionale.
Parole Explora: forza, saggezza, serenità
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